Una bella canzone
passepartout, una sfilza di mi piace: fiamme, fuochi, fuochetti e cerini…. Tutte
rispondono all’appello, tutte coinvolte in un modo o nell’altro dal ritornello
strappa lacrime. L’avrà postata per me? O forse per me? In ricordo di quella
cena, di quella parola, di quello sguardo?
Ma si, in fondo l’avrà fatto un po’ per tutte queste ragioni, un po’ come quando scegli il neutro, il
beige che sta bene con tutto, il pane celiaco per una cena o la torta
vegetariana: così non scontenti nessuno.
E allora una
pioggia di mi piace: dal passato, presente e futuro, perché si’, la sua grande abilità,
questa gliela devo, e’ tenere aperte
porte già spalancate, porte che sta attraversando ora e spiragli ancora da
sondare.
L’unica
consolazione di questa notte e’ che finalmente, finalmente, non sono più tra
quei mi piace. E non sono neanche più nel cemento, ad aspettare il sogno della
nostra infanzia.
No, non sono più lì.
Piovono mi piace,
apro l’ombrello e corro via.