martedì 16 aprile 2013

Il peso specifico del passato


Una domanda di colloquio era: quanto pesano le nuvole?

E lì devi bloccarti in bocca il tuo infantile “Nulla” ed intavolare ragionamenti da persona smart, fast, una spanna sopra, un piede avanti … per arrivare a decretare che No, le nuvole hanno un peso non trascurabile, sono composte d’acqua eccetera eccetera.

Quando arrivi alla fine del discorso, pezzato dall’ansia, ti senti come Cristoforo Colombo, sei riuscito nel tuo obiettivo: dimostrarti smart, vincere un posto di lavoro invidiato, il tuo cervello ha camminato piu’ veloce del tuo cuore e le nuvole per te, ora, hanno un peso.

Per me e’ meno di una vittoria, e’ come scoprire (e dimostrare) che babbo natale non esiste, che per alcuni la cicogna implica un ciclo estenuante di cure di fertilità, che si può morire anche a 37 anni, a dispetto di tutti gli audio libri e film Disney di cui ti nutri da bambino.

In tutta la nostra vita c’e’ meno poesia di quanto vorremmo che ce ne fosse e di quanto inizialmente ci educano a pensare.

E allora aggiungo che oltre alle nuvole anche il passato ha un peso non indifferente.
Il passato pesa anche e soprattutto se e’ un passato morto. Pesa se e’ vivo e ti abbandona, anche se lo ignori, se ti ignora o se lo nascondi sotto il tappeto.


Di questa consapevolezza non so ancora cosa me ne farò. Per ora ne parlo, ne scrivo e mi scappa quel sorriso con la lacrima

e tu, cugi mia, sai di che parlo.

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